Alessandro Del Piero esulta dopo il gol

Quel gol nel nome del padre

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Avatar photo Gianluca Veneziani

[…] Senza guardare la porta Ale di sinistro fa un colpo sotto, un pallonetto che scavalca morbidamente Gillet e si appoggia dopo una parabola perfetta in rete. È gol, è 0-1 per la Juve, è il sigillo sull’imminente vittoria della partita ed è, in special modo, la resurrezione di Del Piero. Ale corre come un forsennato, elude il tentativo di placcaggio di un compagno, poi scalcia un oggetto fuori dal campo, prima di esplodere in un pianto liberatorio soffocato tra le braccia di Tacchinardi e di Pessotto: in quelle lacrime, dopo la poesia del gol, ci sono la rabbia e il dolore e l’orgoglio ritrovato, c’è il ricordo dell’infortunio e il sacrificio per ricominciare, ci sono due anni durissimi di fatica, di delusione e disillusione dei suoi estimatori.

Ci sono le critiche, spesso feroci, c’è l’amarezza per le accuse infami a suo carico, c’è la consapevolezza di un campione che non è finito, non è morto, ma c’è soprattutto un ragazzo di 26 anni orfano, un uomo che ha perso il papà e ha fatto quel gol, quel meraviglioso gol, pensando a lui, portandosi il lutto dentro come un peso insostenibile e insieme come un vuoto, ma anche facendosi guidare da Gino, ispirare da lui, lasciandosi dettare quel gesto, mettendo la sua classe al servizio dell’amore paterno e del suo aiuto meta-fisico. […]

(Estratto del racconto “Gol nel nome del padre”, ispirato al gol di Del Piero nella partita Bari-Juventus del 18 febbraio 2001. Il racconto è stato inserito nel libro Tifosi juventini per sempre, pp. 150 euro 12, a cura di Miska Ruggeri, pubblicato da Edizioni della Sera). Acquista il libro qui.

 

 

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