Perché questo sito


La tentazione forte sarebbe quella di dire “Questo non è un blog“, come la celebre pipa di Magritte. Ma, se pure appare tale, vuole essere diverso dagli altri, perché la diversità ci intriga più dell’uguaglianza. Esso non si attiene al codice perbenista, corretto e rassicurante, che fa da cassa di risonanza del potere, si limita a ripetere l’ovvio e acchiappa facili consensi. Ma neppure prova a fare bastian contrario a prescindere, a cedere alle lusinghe del conformismo dell’anticonformismo.

Qui cercheremo soltanto di ragionare con la nostra testa, rifiutando qualsivoglia etichetta e categoria, fossero anche quelle ormai abusate di “conservatore”, “sovranista”, “Pro Vax”, “No Vax”, “europeista”, “antieuropeista”, ormai scatole vuote, segni privi di significato. Qui ci atteremo come unico criterio alla nostra libertà di pensiero e ovviamente ai riferimenti culturali di cui ci siamo alimentati e grazie ai quali siamo maturati. Non predicheremo una sterile oggettività o neutralità né avremo l’ambizione di presentarci super partes, perché l’occhio di chi osserva è naturalmente “parziale”, essendo condizionato dai propri pregiudizi (non nutriamo alcun pregiudizio verso la parola pregiudizio, essendo anzi una forma a priori che consente il giudizio), ed essendo le cose stesse visibili solo parzialmente (di qualsiasi oggetto o fenomeno noi possiamo cogliere sempre e solo una parte, mai l’intero in una volta sola).

Consapevoli di questa limitatezza che è anche il nostro blasone, getteremo lo sguardo sulla realtà, usando gli occhi come specchio ma anche, in senso latino, come lumina, fari, strumenti in grado di fare luce e non solo di catturarla. Fedeli a quanto vedranno i nostri occhi, trasmetteremo le immagini alla nostra mente, che ne farà concetti, e quindi li presterò alle mie mani, che ne faranno parole scritte. Nasceranno così gli articoli che leggerete in queste pagine, in merito ai quali spero esercitiate il vostro spirito critico, esprimendo giudizi e anche facendo valere i vostri pregiudizi.

Né ci basterà essere lucidi o brillanti, perché qui non vogliamo solo ragionare, ma pure sragionare, svincolarci dalle gabbie in cui spesso ci imprigiona la razionalità e abbondonarci a una creatività irregolare: pensiero poetante, dunque, e non già prosa raziocinante. Più che matti da legare, vorremmo essere matti da leggere.

Infine, dobbiamo ammetterlo: anche se sembra una pipa, questo è un blog.