Vauro Senesi e Antonio Caprarica

Che ridere i comunisti che litigano su un comunista

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E Vauro se la prese con Formigli che attaccò Giulietto Chiesa; e Vauro litigò poi con Caprarica che a sua volta bisticciò con Paolo Ferrero. Che alla fiera dell’Est (Europa) mio padre comprò.

Giornalisti, vignettisti e commentatori rossi stanno dando prova, in questi giorni, del doppio male da cui sono affetti di solito i partiti di sinistra: il tafazzismo e il correntismo. E cioè, sono autolesionisti e si dividono su un ex (o forse ancora) comunista come Putin. D’accordo, stiamo parlando di farsa a fronte della tragedia che si sta consumando in Ucraina. Però si tratta di uno scenario intrigante: finché a spaccarsi sono le formazioni politiche di sinistra non c’è notizia, visto il loro talento nel creare scissioni, tra correnti, personalismi e vendette.

Ma che a lacerarsi siano gli intellettuali o presunti tali è cosa piuttosto inedita, considerata l’immagine di solidità, di blocco unico (sovietico, saremmo tentati di dire), che quel mondo trasmette usualmente in ambito culturale, esercitando la rinomata egemonia. E invece ora, a causa di Putin, quel Monopensiero rosso si sta incrinando e conosce distinguo e defezioni. In particolare si generano due battaglioni l’un contro l’altro armati: da un lato i filo-occidentali, dall’altro i “ma-anchisti” che non stanno con Putin ma neppure con la Nato.

Vauro contro tutti

E allora vedevi due giorni fa la puntata di Piazzapulita su La7 scatenare una rissa a distanza tra il presentatore (compagno) Corrado Formigli e il vignettista Vauro, di note simpatie sinistrorse e spesso ospite della trasmissione. Il primo riprendeva un intervento di 7 anni fa di Giulietto Chiesa, giornalista a lungo corrispondente da Mosca per L’Unità e iscritto al Pci, scomparso due anni fa, il quale nel 2015 “profetizzava” la guerra tra Russia e Occidente, dando la colpa all’«offensiva degli Usa e dell’Europa» contro Putin. Nel commentare negativamente le sue parole, Formigli definiva Chiesa «il ventriloquo di Putin».

Un’espressione infelice che suscitava l’ira di Vauro, per anni amico di Chiesa. «Mi sono arrabbiato molto», faceva sapere all’AdnKronos. «In quell’intervento Giulietto dice cose sensatissime». E invece Formigli «lo ha preso e lo ha presentato con queste parole: “il ventriloquo di Putin”. Ecco, se arriviamo a criminalizzare i morti, cosa ci manca ancora? Formigli se la deve vedere con la sua etica professionale e morale». Il giornalista, che per quell’espressione si era già scusato in diretta, ha poi ammesso di aver usato un «termine inappropriato». Ma ormai il patatrac si era compiuto. E infatti Vauro ha annunciato di non avere più intenzione di «partecipare a Piazzapulita».

(Ex) compagno Caprarica

L’ira funesta di Vauro non si placava mica in questo scazzo. Ieri a L’Aria che tira su La7 il vignettista si sfidava a signolar tenzone, sempre su Putin, col giornalista Antonio Caprarica, con un passato di sinistra-sinistra. Vauro lamentava il crearsi di un Pensiero Unico sulla guerra tale per cui il corrispondente della Rai Marc Innaro finisce per essere additato come filo-putiniano per aver fatto riferimento all’espansione della Nato, e un giornalista ucraino si permette di definire filo-russo l’inviato del Corriere della Sera Andrea Nicastro, mettendolo a «serio rischio», visto che nell’area di Mariupol, dove è lui, è attivo il Battaglione Azov, composto da «nazisti». Caprarica a quel punto tirava fuori le sue armi (dialettiche) sparando a zero contro Vauro: «Pensare che ci sia il pensiero unico sulla guerra», avvertiva, «è una sciocchezza, tant’è che ne stiamo discutendo». Quanto al giornalista ucraino, «ce ne vuole ad accusarlo di scarsa obiettività. Vorrei vedere Vauro sotto le bombe se riuscirebbe a mantenere una sua terzietà».

Caprarica aveva già dato prova di sé la sera prima a Dritto e rovescio su Rete4, allorché si era inalberato contro Paolo Ferrero, già segretario di Rifondazione Comunista, il quale sosteneva che «Putin non è l’unico delinquente. La responsabilità è pure della Nato che ha lavorato per estendersi verso la Russia. Un atto criminale e irresponsabile», consistito nel «pilotare i popoli» dell’ex blocco comunista. Tesi che Caprarica rintuzzava con sarcasmo: «Ma quei popoli sono liberi di scegliere o no? Lei crede all’autodeterminazione?».

Insomma, il clima tra i compagni non è dei più sereni. Ora non vorremmo che le loro divisioni replicassero quelle tra marxisti-leninisti, trotzkisti e stalinisti. O perlomeno ci auguriamo che abbiano un esito molto meno tragico.

Libero, 5 marzo 2022

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